Evra,francese di Sicilia dal Marsala alla finale con il Manchester

La Storia di Evra, lanciato e gestito dalla Mediastar International FM 

LA SUA magrezza atavica suscitò immediatamente tenerezza nei dirigenti del Marsala. Era l' estate del 1998, Patrice Evra aveva compiuto 17 anni da un paio di mesie arrivòa Norcia, dove i suoi futuri compagni stavano svolgendo il ritiro precampionato (nella stessa località umbra, peraltro, c' era anche il Palermo). Gli misero subito in mano un panino con il salame e lo divorò. Questo il primo impatto di Evra con il calcio professionistico, che stasera gli potrebbe regalare la seconda Champions della sua carriera (la prima l' ha vinta, sempre con la maglia dello United, lo scorso anno). Nato in Senegal,a Dakar, ha prima vissuto tutta la trafila delle giovanili con il Paris Saint Germain. Poi, Salvo Lombardo, un procuratore di Montelepre, lo scoprì e lo propose subito al Marsala. «Erano tempi in cui lavoravo per la Mediastar International Group - racconta Lombardo - e appena vidi Evra, mi accorsi subito che possedeva delle qualità al di sopra della media. Immediatamente, ne parlai al presidente del Marsala, Leo Mannone, che si fidava molto di me. Gli feci sottoscrivere il contratto al minimo federale, con la promessa che avrebbe accumulato almeno 15 presenze in quel campionato di C1. Solo dopo le firme, Mannone mi chiese in che ruolo giocasse». Una volta si diceva terzino sinistro, oggi va di moda definirlo esterno basso. La sostanza è sempre quella: nella linea dei quattro difensori dei Red Devils, Evra gioca a sinistra ed è un calciatore completo, abile in fase difensiva ma anche molto efficace a ripartire. «Quando arrivò a Marsala era un attaccante - ricorda Andrea Baiata, allora dirigente della società azzurra-e in diverse occasioni fece ammattire le difese avversarie. In particolare, nella gara persa a Palermo uno a zero, fece passare un brutto pomeriggio a Biffi, che se lo vide sbucare da ogni angolo del campo. Ma le qualità di Evra non sono soltanto tecniche: è un ragazzo arrivato sul tetto del calcio mondiale perché dotato di un carattere mite, legato al lavoro, molto rispettoso dei valori». Anche qui, però, non mancano le contraddizioni. Inevitabili anche per uno dei protagonisti della finale di Roma di oggi. «Quando arrivò dalla Francia - dice ancora Lombardo- era con uno stuolo di fratellini e con la sua mamma. Per mesi, visse a casa mia con la sua famiglia ed è doloroso prendere atto che da allora non ci siamo più sentiti. Addirittura, ho saputo che recentementeè venutoa Palermoe non mi ha cercato. Non esitoa dire che questa è una delle motivazioni per le quali ho smesso di fare calcio e ho iniziato a scrivere libri d' introspezione. Possibile che il denaro debba fagocitare tutto?». La storia di Patrice Evra a Marsala dura una stagione: 24 presenze e 3 gol gli valgono il salto in avanti di una categoria. «Lo avevamo già venduto per due miliardi di lire alla Lazio e poi saltò tutto. In realtà - prosegue Lombardo - si interessarono anche la Juve e il Milan. Per 900 milioni di lire finì al Monza, che era in B e a quei tempi fungeva da succursale rossonera. Ma nel calcio succedono cose strane e a Monza totalizzò appena tre presenze. Inevitabile il ritorno in Francia, al Monaco. Il club monegasco lo girò due anni in prestito al Nizza e poi lo fece giocare in prima squadra». Ogni volta che Evra è in tv e disputa una partita importante, c' è un pezzetto di Marsala che sbuffa e corre vicino a lui: in qualche modo, sente l' evento un po' suo. Non lo stesso può dire Salvo Lombardo, che non resiste all' amarezza e prende una scelta totalmente diversa. «Tanto so che mi chiameranno decine di persone, per dirmi di guardare la partita di Patrice. Ma quando c' è il Manchester in tv - conclude Lombardo - io la spengo e mi occupo di altro»