ACCARDI, 33 ANNI: PRENDERA' 200 MILIONI A STAGIONE

L' emigrante al contrario: " Vado a giocare in Albania "

Due mesi all' Inter, poi venne la Reggiana e infine l' Oriente " In Indonesia ero un idolo "

ACCARDI, 33 ANNI: PRENDERA' 200 MILIONI A STAGIONE L' emigrante al contrario: "Vado a giocare in Albania" Due mesi all' Inter, poi venne la Reggiana e infine l' Oriente "In Indonesia ero un idolo" Lui fara' la strada opposta, dall' Italia all' Albania. E anche lui per cercare lavoro. Giuseppe Accardi detto Beppe, 33 anni, difensore che ha girato una dozzina di squadre in quindici anni di calcio professionistico in Italia, sta per firmare un contratto annuale, per 200 milioni, con il Lushnja, tra le migliori squadre del campionato albanese. Accardi e' l' altra faccia degli emigranti del pallone, lontano dai contratti miliardari di Zola e Vialli come calciatori o Capello e Trapattoni come allenatori. Non lo aspetta un grande club come il Real Madrid o i nuovi ricchi del Chelsea, ma la maglia giallorossa della squadra di proprieta' di Rrapush Xhaferri, un mecenate locale. E duecento milioni, se per un calciatore professionista non sono un ingaggio inusuale, in Albania sono comunque una fortuna inammaginabile. Uno degli incredibili aspetti di un Paese, come molti altri Paesi dell' Est europeo, dove si sono fatti strada nuovi e spregiudicati capitalisti, spuntati in un' economia piena di contraddizioni. Accardi ritrovera' nel Lushnja, come allenatore, Mario Kempes, 44 anni, gia' capocannoniere ai mondiali di Argentina ' 78, i primi vinti dalla nazione sudamericana. Kempes, attaccante di grande estro, inconfondibile per la lunga chioma, era gia' stato tecnico di Accardi al Pelita Jaya, la piu' importante squadra di Indonesia, nell' isola di Giava, durante l' ultimo campionato. Dopo quell' esperienza, Accardi si sente un leone e per questo ha accettato la nuova avventura. "A Giava ero diventato un idolo. Giocavo da mezza punta, dopo una vita da terzino: vivevo in una specie di reggia con servitu' , dentro un palazzo bellissimo, ma le condizioni di vita al di fuori di casa erano impressionanti. Sono rimasti ai tempi dei servi della gleba. Ora c' e' parecchia confusione, a livello politico, e le elezioni imminenti potrebbero provocare beghe intestine. A me non andava di esserne vittima e allora ho deciso di venire via". Il motto di Accardi e' : "finche' uno puo' giocare, meglio provare ogni tipo di esperienza". E cosi' , ancora una volta, ha seguito il suggerimento del suo procuratore, Trunfio, che nell' ottobre del ' 95, gli aveva proposto l' avventura in Asia. "Allora ero praticamente disoccupato, dopo aver rifiutato un ingaggio dalla Pistoiese, neopromossa in serie B. Adesso, invece, le offerte non mi mancano. Se all' ultimo momento dovesse saltare l' accordo con gli albanesi, che pero' e' ormai definito anche nei dettagli, andrei senz' altro in Kuwait". E anche nel Paese dei ricchi giacimenti petroliferi sarebbe il primo italiano a tentare l' avventura. Beppe Accardi e' un ragazzo palermitano, del quartiere Zen. A 17 anni era gia' nella "rosa" del Bologna, in serie A. Non fece tuttavia il suo esordio in prima squadra, venendo dirottato la stagione successiva a Mirandola, il paese modenese noto per il genio di Pico, nel campionato nazionale dilettanti. Poi il tour tra i professionisti: a Ravenna e Olbia (C2), a Cava de' Tirreni (C1). A 22 anni, la grande occasione. "Giovanni Trapattoni - racconta Accardi -, appena arrivato all' Inter, venne conquistato dalla mia generosita' in un' amichevole contro la Cavese. Mi fece ingaggiare dal presidente Pellegrini, per mezzo miliardo, ma dopo pochi mesi ritornai in serie B al Campobasso. Per il Trap ero una mascotte, andavo bene a raccontare barzellette, facevo ridere lo spogliatoio e tenevo tutti su di morale. Ma di scendere in campo, neanche a parlarne". Il giro della Penisola di Accardi e' poi continuato con la Puglia (Foggia C1), con la Sicilia (Licata B e Palermo C1) con il Piemonte (Alessandria C1), con l' Emilia (Reggiana B e A) ed e' finito in Veneto (Venezia B). Poi la grande avventura in Indonesia e, adesso, quella che lo aspetta in Albania.